La Canon R6 e la fotografia sportiva

Oggi per la prima volta ho utilizzato la Canon R6 durante due eventi sportivi: una partita calcio e una partita di basket. Le premesse dopo qualche foto “tradizionali” erano molto positive ma i nodi sono venuti al pettine molto in fretta. La R6 è in grado di accontentare i professionisti della fotografia sportiva? Quest’oggi sono sorti davvero dei forti dubbi. Vediamoli nel dettaglio.

  1. Ergonomia: le nuove mirrorless sono piccole, tanto piccole che non pochi colleghi hanno timore di essere considerati amatori e non professionisti. L’occhio vuole la sua parte e una fotocamera così piccola non sembra professionale. L’impugnatura della Canon R6 comunque è comoda ma il mignolo rimane orfano e dopo un po che si impugna viene voglia di comprare il battery grip per avere una presa migliore. Battery grip che costa però una folia: quasi 400€.
  2. Display: se durante gli scatti statici l’LCD del mirino non faceva sentire la mancanza del visore ottico, durante le fasi più dinamiche della partita di calcio la musica è cambiata radicalmente. Esistono due impostazioni per il visore del mirino; la prima è meno performante e adatta per un risparmio batteria maggiore. Dopo pochi minuti ci si accorge che si ha bisogno della impostazione più reattiva delle immagini. La situazione migliora certamente ma se usando le raffiche con il mirino ottico si riusciva a percepire tra uno scatto e l’altro la dinamica dell’azione che si fotografava, con quello digitale si fatica a capire il dove sta andando l’azione e parecchie volte si perdeva il contatto con i movimenti che si stavano riprendendo. Mi spiego meglio… si perdeva la palla e si scattava un po’ alla cieca. Impensabile utilizzare il monitor esterno per lavorare, quindi lo tenevo chiuso per evitare di consumare batteria. Ottime invece le informazioni sul pur piccolo visore, in una sola occhiata ci sono tutti gli elementi per capire come stiamo lavorando. Un po di problemi nella calibrazione del colore della luce, a volte l’immagine è molto blu.
  3. Il Monitor: diciamo la verità, il monitor ai professionisti non serve, si scatta sempre guardando nel mirino. ma se il monitor è aperto non è possibile spegnerlo. L’unico modo per farlo è appoggiare l’occhio nel visore oculare altrimenti il monitor si accende. Anche mentre teniamo la fotocamera appoggiata sul petto senza lavorare il monito rimane acceso e consuma batteria. Manca tra le impostazioni una funzione che simula la reflex digitali: mirino digitale sempre acceso e monitor che si accende solo per visionare le foto scattate o per modificare il menù. E’ molto semplice come modalità ma non c’è: farebbe risparmiare tanta batteria. Per il resto il display che si apre e di orienta non è essenziale ma c’è.
  4. La messa a fuoco: la messa a fuoco tramite sensore Dual Pixel è certamente una rivoluzione ma nella foto sportiva ha dei grossi limiti che ora cercherò di spiegare. La messa a fuoco sull’occhio del soggetto che nel ritratto è molto utile, nello sport di squadra non funziona. Non funziona perché se nella scena sono presenti molti giocatori la R6 sceglierà sempre il soggetto sbagliato, solitamente quello più vicino o quello che si muove più degli altri. Durante la partita ho cercato di capire quale fosse la modalità migliore di utilizzo ma alla fine non l’ho capito nemmeno io. La ricerca dell’occhio no, la ricerca di persone nemmeno: stesso problema il sensore sceglie con un proprio algoritmo chi mettere a fuoco e la maggior parte delle volte non c’azzecca. Quindi foto bella ma soggetto sbagliato, sono io che scelgo chi deve essere a fuoco. La modalità automatica sull’intero sensore fa lo stesso errore, sceglie sempre i giocatori in primo piano ma molte volte non è il protagonista dell’azione. Mi sono quindi ritrovato a utilizzare il classico punto al centro. Anche così però sorgono problemi perché essendo la reattività dell’autofocus molto attiva, se per una frazione di secondo il soggetto esce dal punto di fuoco, la focheggiatura passa subito all’infinito e il protagonista clamorosamente si sfoca.
    Il risultato è stato abbastanza deludente: molte foto sfocate. Chissà, se si potesse aggiungere una funzione che invece dell’occhio inseguisse la palla forse… andrebbe meglio.
  5. Risoluzione: la R6 ha 20 milioni di pixel che non sono ne pochi ne molti. Ma visto che il sensore ha una grandissima qualità possono anche andare bene. Ho trovato ottima l’idea di mettere una modalità crop (1.6x) che prende solo la parte centrale del fotogramma. Che poi è come scattare con un sensore più piccolo. Questo ci facilita il crop in post-produzione.
  6. Batteria: la batteria è la vera pena di queste nuove macchine fotografiche. Prima una batteria durava anche 3/4 giorni o comunque almeno una partita si portava a termine. Ora si fa davvero fatica. 90 minuti di calcio e 2 tempi di basket mi hanno fatto utilizzare ben 3 batterie (la terza a metà). Con la prima LP ( che era al 75% di carica) ho fatto un tempo di 45 minuti. Con la seconda ho fatto il secondo tempo e metà dell’incontro di Basket. Con la terza ho coperto il resto dell’incontro di pallacanestro. Secondo me è davvero poco. Per un Matrimonio come si fa? Si scatta in RAW e alcuni colleghi fanno anche il doppio scatto in jpg per back up, ma quante batterie servono? 5 o 6? (Ogni batteria costa 105€, 600€ di batterie sono davvero inconcepibili).

Aggiornamenti: Devo dire che negli ultimi giorni mi sto ricredendo e sto scoprendo piano piano delle funzioni che non conoscevo e che risolvono in modo più o meno brillante alcune delle problematiche. Una di queste è la focheggiatura con riconosce i volti. Il problema consisteva nel fatto che in caso di più persone il sensore decideva “in proprio” chi mettere a fuoco. Grazie ad un collega ho scoperto che una impostazione del fuoco SERVO posso decidere io che volto mettere a fuoco semplicemente con il primo tocco del tasto di messa a fuoco.

Conclusioni:

Cosa mi è piaciuto:

  • L’anello adattatore lavora molto bene.
  • Il fuoco è molto veloce e la ricerca di figure umane e il fuoco sull’occhio per soggetti statici o in movimento (lento) funziona bene.
  • il corpo macchina è in plastica ma è robusto.
  • la qualità del sensore è increbibile.
  • Il mirino digitale è ben definito e con soggetti statici sembra quasi un mirino ottico.
  • Corpo leggero.

Cosa non mi è piaciuto:

  • Se ci sono più soggetti, la scelta del soggetto è pressoché casuale e quindi il fuoco risulterà sbagliato. Nella R3 il problema è stato risolto in modo elegante: l’occhio del fotografo sceglierà qual è il soggetto principale, infatti nel mirino ci sarà un sensore che capirà cosa stiamo guardando.
  • Il mirino è abbastanza reattivo nel casi di movimenti lenti, ma con degli atleti professionisti che si muovono in modo repentino durante le raffiche di scatto a volte ci si perde e non si capisce come sta evolvendo la scena e si scatta alla cieca.
  • Le batterie si scaricano molto in fretta, e questo per un utente PRO è un disastro.
  • Serve assolutamente una modalità attivazione monitor che simuli le reflex: mirino ottico sempre attivo e monitor che serve solo per rivedere lo scatto appena effettuato e per selezionare le opzioni del menù. Invece il monitor grande se si allontana l’occhio dall’oculare si accende, sempre, e questo consuma batteria inutilmente. PS se si forza o spegnimento del monitor (si, è possibile) esso sarà spento anche se vorremo controllare il menù delle funzioni.
  • La selezioni del fuoco sull’occhio è casuale se nella scena sono presenti più soggetti, l’algoritmo sceglierà quello più vicino o quello che si muove più in fretta.
  • Il tasto menù ( in alto a sinistra) è in posizione scomoda.
  • Le 2 schede SD non sono un’ottima scelta, una compact Flash e una SD ( come nella 5D erano l’opzione migliore)
  • Il monitor è forse un po’ piccolo.

Riassumendo la Canon R6 non è proprio un corpo adatto alla fotografia sportiva, almeno non sempre. Spero, nei prossimi giorni, di poter cambiare giudizio che per ora è negativo, ho riscontrato molte difficoltà nel calcio e molte nel basket, dove i soggetti si spostano in maniera molto più rapida e ravvicinata mettendo a dura prova la messa a fuoco e la reattività del mirino digitale. Insomma la componente fortunosa è troppo preponderante per ottenere dei buoni risultati. Spero di essere solo un Boomer e di poter cambiare giudizio presto, anche perché il prezzo della Canon R6 è abbastanza elevato: 2222€